Il natale porta con sé una strisciante e sottesa obbligatorietà alla felicità. Come se a Natale dovessimo fare finta di non avere tutta una serie di problemi che invece è lecito avere per il resto dell’anno. Per alcuni questa sembra una cosa terribilmente ipocrita e quindi ne avvertono repulsione. Inoltre subentra anche il senso di colpa per la mancanza di gioia perché ci si sente inadeguati rispetto alle nostre aspettative e a quelle degli altri.
Pensiamo a chi ha problemi con la famiglia a chi con essa non ha buoni rapporti, a chi vive in una situazione di forte conflittualità, o a chi magari la famiglia non l’ha più, o l’ha lontana per varie ragioni.
Possiamo anche pensare a chi ha avuto un’infanzia difficile e tale per cui il natale suscita ricordi di tristezza e solitudine,
In casi come questi il contrasto tra i luccichii delle strade e delle vetrine, con la felicità che vediamo attorno a noi, nelle pubblicità, e la nostra solitudine interiore diventa così stridente da risultare intollerabile.
Per altri che hanno problemi con sé stessi il natale porta con sé l’avvicinarsi della fine dell’anno e quindi di terribili bilanci che porterebbero solo a sottolineare i propri fallimenti dell’anno appena trascorso, ciò che non si è fatto, che avremmo voluto fare e non siamo riusciti, quindi frustrazioni e ruminazioni mentali. I giorni di festa possono essere pesanti per le persone disilluse che si aspettavano molto di più dalla vita. La festa festeggia gli affetti, ma certi affetti possono non esserci più, rimangono delusioni per promesse mai mantenute e alcuni rammarichi per non aver fatto quel che si pensava giusto non fare, mentre per queste azioni ci si è pentiti.
Il senso di vuoto, la mancanza di senso sconcerta e disorienta e diventa pesante da sopportare. Spesso anche se si è in famiglia e si vive un conflitto (o relazionale o con sé stessi) il natale diventa un qualcosa di intollerabile perché diventa il dovere di fingere per non deludere chi si aspetta che tu sia allegro e giocoso.
Quindi ecco che il natale, festa dell’amore familiare, di coppia e festa degli affetti conviviali si tramuta in un autentico incubo: chi l’amore non può averlo - o sente di essere solo - diventa triste ,la festività diventa un nemico che ti obbliga a ricordarti la tua condizione psicologica, come uno specchio che ti segue per tutti i giorni delle feste e ti mette continuamente di fronte i tuoi mostri interiori chiedendoti di guardarli in faccia.
Sarebbe bene cominciare a capire che è il caso di dedicarsi del tempo per comprendere e per esprimere il proprio malessere, per affrontare i nostri nodi irrisolti e i nostri piccoli e grandi drammi interiori, le terrificanti voci del nostro inconscio. Perché di questo si tratta, che ci piaccia o no ammetterlo. Il natale ce lo mette semplicemente davanti in tutta la sua concretezza, ma forse non dovremmo attendere la fine dell’anno per occuparci del nostro benessere.
Nessun commento:
Posta un commento