Quel coraggio che una mattina, una di quelle che non ti aspetti, una di quelle che iniziano come le altre con la sveglia che suona e tu che continui a sognare mentre sussurri a te stesso “altri cinque minuti”, una di quelle che tu non lo sai ma sono lì per rivoluzionare il tuo ordine che per quanto precario è pur sempre un ordine: una di quelle che come un caffè troppo forte ti spalanca gli occhi. E la mente.
Lucidità di pensiero mista ad un pizzico di incoscienza. Che non esiste un solo capolavoro che tra i suoi ingredienti non annoveri un colpo di testa.
La capacità di prendere le distanze dai luoghi e dalle cose per non restare incastrato nelle proprie idee che talvolta diventano la caricature di se stesse: spezzoni di copioni che nulla hanno a che vedere con quello che vorremmo fosse il nostro film. Perché le idee sono fatte per essere cambiate.
Perché le idee sono la nostra personale rivoluzione.
Sentire la pancia. E poi il cuore. E poi di nuovo la pancia. E ancora il cuore.
Bisogna avere amor proprio per ammettere che forse non è “quello il mio sogno. E ancor di più per ammettere che forse io il mio sogno non l’ho ancora trovato ma se c’è una cosa che so e che non è qui. E non ora”
Arrivare, forse, a dire “ho sbagliato”
Guardare i portoni, le strade, i vicoli. Anche le vetrine. E non solo le porte chiuse.
Bisogna avere la tenacia necessaria per non pensare, nemmeno per un istante, che sia troppo tardi per farlo.
E la leggerezza per non guardarsi mai indietro “nemmeno per prendere la rincorsa”
A chi ha cambiato strada. Sogno, idee o città.
A chi sogna di farlo.
A chi attende quel coraggio, quella tenacia e quella leggerezza.
Lucidità di pensiero mista ad un pizzico di incoscienza. Che non esiste un solo capolavoro che tra i suoi ingredienti non annoveri un colpo di testa.
La capacità di prendere le distanze dai luoghi e dalle cose per non restare incastrato nelle proprie idee che talvolta diventano la caricature di se stesse: spezzoni di copioni che nulla hanno a che vedere con quello che vorremmo fosse il nostro film. Perché le idee sono fatte per essere cambiate.
Perché le idee sono la nostra personale rivoluzione.
Sentire la pancia. E poi il cuore. E poi di nuovo la pancia. E ancora il cuore.
Bisogna avere amor proprio per ammettere che forse non è “quello il mio sogno. E ancor di più per ammettere che forse io il mio sogno non l’ho ancora trovato ma se c’è una cosa che so e che non è qui. E non ora”
Arrivare, forse, a dire “ho sbagliato”
Guardare i portoni, le strade, i vicoli. Anche le vetrine. E non solo le porte chiuse.
Bisogna avere la tenacia necessaria per non pensare, nemmeno per un istante, che sia troppo tardi per farlo.
E la leggerezza per non guardarsi mai indietro “nemmeno per prendere la rincorsa”
A chi ha cambiato strada. Sogno, idee o città.
A chi sogna di farlo.
A chi attende quel coraggio, quella tenacia e quella leggerezza.

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