Ci sono storie d’amore meravigliose, fatte di persone bellissime
che hanno la voglia e il bisogno di fare tantissimo, di
sentirsi insostituibili, protagonisti affermati, indiscussi,
amanti perfetti. Sono quelli delle dediche sulle lenzuola
appese ai ponti, quelli dei mazzi di fiori formato gigante,
fuori dalla porta, quelli del “io e te contro il mondo”,
quelli che programmano settimanalmente il calendario
e non mancano mai in nulla. E poi ci sono io, ci sono le persone
come me, che l’amore lo sottolineano nelle canzoni che,
davanti agli altri, non ascolterebbero mai.
Che non potrebbero mai essere “io e te contro il mondo” perché
spesso sono “io contro il mondo” o “io contro te” o “io contro me stessa”.
Quelli che l’amore lo cercano nel quotidiano.
In una calamita appiccicata sul frigo,
messa lì a far da punto fermo, ad un cuore sbilenco, disegnato
sovrappensiero; quelli che esauriscono la memoria del proprio
telefono, lasciando in memoria messaggi che, per il resto del
mondo, magari, son banali. Quelli che non possono fare a
meno di sorridere davanti ad una coppia d’anziani in fila alla cassa
del supermercato, che si tengono sottobraccio come se fossero
l’uno la colonna portante dell’altro.
Quelli che danno un peso a tutto, tutto tuttissimo, e che sanno che
un amore così come lo intendono, sfiora ogni sfumatura
d’impossibile, ma che non si accontenterebbero mai,
non potrebbero, non è nella loro natura.
Quelli che l’amore lo cercano negli occhi e non nei gesti, perché
per quanto meravigliosi, i gesti passano, ma gli occhi no.

Nessun commento:
Posta un commento