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martedì 26 agosto 2014

ad un amico "speciale"

Ciao Amico mio. E' tanto tempo che non ti sento e non ho più tue notizie. 
Ti scrivo questa mia lettera perchè ne sento il bisogno.. Si. Ho bisogno di sapere di te.
Da quando sei partito, non mi è stato più possibile mettermi in contatto con te. Non so come fare d'altronde. Da quando sei andato via, certamente saprai che hanno inventato il telefonino, ma non ho il tuo numero, quindi mi è impossibile chiamarti.
Ti ricordi che noi ci sentivamo tutte le sere dal telefono di casa, quando non eravamo insieme? Quante ne abbiamo combinate?
Mi viene da ridere al solo pensarci. Eravamo giovani d'altronde.

Uscivamo nel pomeriggio e tornavamo di sera tardi, e i nostri genitori che ci sgridavano. Poi il giorno dopo di nuovo insieme. Che bello.
Hai facebook o twitter dove ti trovi? Presumo di si, ma non so che nick usi, quindi non so ancora come fare a contattarti.
Ti ricordi quando, insieme, facevamo quei lunghi giri con il "ciao". Il mitico motorino "ciao" che con duemila lire di miscela ci facevamo km e km di strada, e sempre senza il casco... a quell'epoca non era obbligatorio. Uscivamo dal lavoro e via per locali a divertirci, a bere e a conoscere nuove ragazze.
Ci sballavamo con poco, niente droghe, quelle mai, ce l'eravamo detto. Solo cose leggere, ogni tanto una bevuta giusto per sballarci un pò. Ci divertivamo veramente con poco. Sempre a ridere, ricordi?
Adesso non so più come fare, non ho più tue notizie e me ne dispiace. Perchè te ne sei andato? Si lo so, non è colpa tua. Lo so. Ma mi è dispiaciuto, anzi, ci sono rimasto molto male quel giorno.
E ti ricordi quando durante la scuola facevamo scherzi ai professori? A pensarci adesso erano proprio scherzi da bambini, ma all'epoca a noi ci facevano ridere eccome. I nostri compagni dicevano che eravamo "matti". 
O quando la sera uscivamo a "cuccare" le ragazze e dopo mezz'ora averle conosciute, ce ne andavamo di nuovo insieme io e te a divertirci girando in città, da un locale all'altro ad ascoltare musica dal vivo o a farci una bevuta insieme.
Ti ricordi quando da piccoli suonavamo i campanelli dei palazzi per farci aprire e poi scappavamo via correndo come forsennati finche non ci scoppiava il cuore? E ci mettevamo a ridere. Quanto abbiamo riso insieme Amico mio.
Non dovevi andar via quel giorno. No, non dovevi. So che quella maledetta curva era fatta male e stretta anche. Cos'è stato? La velocità?
Come posso dirti che mi manchi tanto Amico? Che vorrei ridere ancora tanto con te? Che vorrei correre ancora con te?
Riesci a sentirmi da lassù Amico mio?

(Vecchiounno)


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