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giovedì 6 febbraio 2014

“Sei troppo sensibile”, dicono. Come se fosse un difetto. Sono andata a cercare l’origine della parola sensibilità: parola composta dal verbo “sentio” (sentire) e dal sostantivo “habilitas” (disposizione, attitudine). La sensibilità è la capacità di sentire. 
Ma la cosa bella è che per i latini questa era un’habilitas, un’abilità, una dote, un talento, un punto di forza, un qualcosa di positivo che si possiede, che si ha dentro (habilitas deriva a sua volta dal verbo habeo), quasi una consapevolezza di sé. E per noi invece?! Da quando per noi la sensibilità ha smesso di essere un pregio ed è diventata una mancanza, una debolezza, un difetto, da quando ha smesso di essere un’habilitas ed è diventata invece l’esatto contrario, una sorta di “in-abilità” a stare al mondo?

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